Cavalli, la via del dialogo
Escursioni e incontri con cavalli liberi al pascolo
15 settembre 2018
Sono sempre stato rispettoso, non molto in confidenza, con i cavalli liberi al pascolo sulle montagne, così selvatici, liberi, forti. A volte, uno di loro, chiaramente quello dominante nel gruppo, mi ha avvicinato con decisione e un chiaro messaggio: non sei il benvenuto; e me ne sono dovuto andare. In altre occasioni, ho avvicinato anche cavalli diversi, ma sempre mantenendo un po’ di prudenza, senza mai molta confidenza.
Durante una delle mie camminate solitarie in Appennino, ho provato un’esperienza diversa, dopo avere incontrato due gruppi di cavalli liberi.
Un’escursione e due incontri
Il primo incontro è avvenuto vicino al piccolo lago Bozzo, che loro usano per bere e bagnarsi. All’inizio il mio approccio è stato prudente; i cavalli l’hanno percepito e sono corsi dall’altra parte del lago. Io ho proseguito lungo la riva e mi sono messi semplicemente a sedere, quasi in meditazione, bevendo il mio succo e guardandoli ogni tanto. Stavo semplicemente condividendo lo spazio, prendendomi il mio tempo, godendomi il sole, proprio come loro. Siamo stati assieme, calmi, guardandoci con interesse e curiosità, fino a quando me ne sono andato.
Proseguendo la mia escursione, dopo circa due ore, ho raggiunto il crinale di monte Fontanini, un’area di pascolo dei cavalli. Mi sono seduto in una radura, per scegliere il sole o l’ombra, mentre facevo uno spuntino. Dopo un po’, ho sentito le campane dei cavalli che si avvicinavano. In generale, non amo avere questi animali pesanti attorno, poichè dopo pranzo mi prendo un po’ di riposo; altre volte gli animali sono arrivati, rischiando di seminare lo scompiglio tra le mie cose sparse sul terreno.
Ma questa volta no, decisi di non andarmene. Al contrario, ho semplicemente pensato di essere parte del luogo, proprio come i cavalli. Ho finito il mio pranzo, poi ho fatto il mio riposino, con loro sempre attorno, che facevano quieti le loro cose. Quando me ne sono andato, ho attraversato il loro gruppo e loro sono rimasti tranquilli; li ho salutati con la mano, proseguendo lungo il crinale aperto.
Può darsi che la mia connessione con la natura stesse migliorando, per cui potessi comunicare meglio con i cavalli? O, forse, ho avuto la fortuna di incontrare cavalli molto disponibili? Mi metterò ancora alla prova.
Ricordi di altre comunicazioni
Una volta a casa, mi sono però ricordato che qualcosa stava forse già avvenendo prima. Ricordavo un giorno di fine gennaio, quando scendevo da Foce di Torsana, un alto valico dell’Appennino, con un forte dolore al piede destro; ci à voluta una vita e sono arrivato ormai al tramonto. Era davvero provato e sentivo il bisogno di comunicare con qualcuno. Proprio prima di tornare al villaggio di Comano Castello, sono passato vicino ad un recinto, con alcuni cavalli; erano molto sporchi, per via del suolo fangoso. Uno di loro è venuto alla recinzione. Lo avvicinai nel solito modo, provando a toccargli la testa con la mano.
Come risultato, scrollò la testa, facendo capire di non volere essere toccato, ma cercando ancora un contatto. Sporse la testa fuori dal recinto, cercando di annusarmi: ecco, quello era il suo modo! E’ un fatto, i cavalli non possono toccarci, quindi non amano essere toccati.
In risposta, avvicinai la mia testa al suo naso, lasciando con cautela che mi annusasse la faccia. Come risultato, si stabilì un contatto immediato. Sono rimasto un po’ di tempo, in cui il male e la fatica sono passati in secondo piano, poi mi è dispiaciuto andare; forse anche al cavallo.
Quando ho provato ancora questa esperienza con cavalli puliti e alteri all’ippodromo di Cesena ed ha funzionato esattamente allo stesso modo. In più, ho imparato che ai cavalli piace usare anche il senso del gusto, per fare conoscenza. In questo caso, però, un po’ di prudenza non guasta;: hanno denti grandi e forti e un morso amichevole può diventare abbastanza pericoloso.
Cavalli liberi al pascolo. Filippo D’Antuono. piudimille.com. Tutti i diritti riservati.