Esercizi di presenza
chiamatela mindfulness, se volete
8 luglio 2023
Esercizi di presenza: l’inizio
Contare il tempo in primavere. E’ un modo diffuso di dire, che ha sempre un suo perchè, molto immediato. Un cisto con i suoi frutti adesso, a inizio estate; poi uno in primavera, con i suoi fiori. Ogni stagione ha le sue cose belle, ma in primavera ne esplodono di più.
Contare il tempo in primavere. Anche un modo per pensare a quante ne sono passate davanti agli occhi; quante ce ne siamo lasciate scappare, magari impegnati in cose “importanti”; o quante ancora potremo vederne.
Si parte
Oggi, come mi succede spesso, non sapevo cosa scegliere di fare. Poi ho deciso di dedicarmi a me, senza finalità particolari. Allora sono partito, con quella sensazione che a volte ho di non essere più come prima. Col diaframma che mi sale e mi fa mancare un po’ il respiro, con qualche aritmia. Mi è già capitato in passato ed è sempre rientrato. Ma adesso a volte mi viene la sensazione che non voglia più andarsene.
Comunque sono partito e ho ascoltato quello che diceva il corpo. Le prime aritmie sono venute; sono stato un po’ con loro e se ne sono andate. Il respiro lo regolava il corpo, che dava il ritmo. Durante tutto il primo strappo non c’era niente attorno; incorporazione pura della salita e delle sensazioni; niente orologio. Ma in cima, alla fine, sono stati 12 minuti per 170 metri; non male in fondo, il corpo aveva ragione; ce la posso ancora fare.
Come non catturare però un’immagine, anche se già presa decine di volte; e il traghetto e il treno dei turisti, laggiù in basso; ma la presenza è rimasta. Poi ancora su, per un tratto senza problemi; poi un altro strappo, fino ai 700 metri del crinale. Ancora regolato da quello che mi diceva il corpo; presenza totale; tanti tratti ben noti e punti di riferimento nemmeno visti. In cima, niente stanchezza.
La via di crinale fino al monte Le Croci, uno dei miei posti preferiti; lungo la strada, esseri notati e non; con qualcuno, sono stato un po’, e ne ho catturato un’immagine per ricordo; ma ancora, senza perdere la presenza: giornata di grazia.
Il ritorno
All’arrivo al monte, Manarola laggiù, il posto dove tornare. Il primo tratto di discesa assoluta, ancora incorporazione, anche della discesa; diversa dalla salita, ma sempre intensa; con il terreno asciutto, le foglie secche e le suole dei sandali da escursione non proprio scolpite a segnalare quando uscivo dalla presenza.
Alla fine, giù ancora, senza più problemi; ritornano i pensieri, musiche e canzoni pensate o accennate; la Liguria mi ispira De Andrè, ma non solo; fino a casa. Bello, da fare più spesso, con un paio d’ore disponibili e un po’ di voglia.
Conclusioni
Non so se l’origine delle aritmie sia davvero solo mentale, o anche organica. Però, ancora, accoglierle senza fare resistenza fa sì che poi vadano per la loro strada.
La presenza concede poco alla distrazione: davvero, quando serve, bisogna dedicarsi ad una cosa alla volta.
Incorporare un’esperienza, anche comune, è proprio non distinguere più cosa è dentro e cosa è fuori.
esercizi di presenza. piudimille.com