I luoghi dell’Appennino di Parma e Lunigiana centrale: una panoramica
Introduzione
In questa pagina consideriamo la parte di alto Appennino compresa tra i passi della Cisa e del Lagastrello. Corrisponde quindi alla parte orientale dell’Appennino parmense e a quella centrale della Lunigiana. Al solito, stabilire confini è difficile, ma tocca farlo, per motivi di convenienza. Questa parte di Appennino è però relativamente breve e bene individuata, anche se con grandi differenze, come sempre, tra il versante settentrionale e quello meridionale.
Appennino di Parma e Lunigiana: tra il passo della Cisa e il passo del Cirone
Anche se le montagne ancora devono raggiungere le altezze maggiori, una parte di questo tratto è molto noto, se non altro perchè vi transita la via Francigena.
E allora, per quanto io non sia un gran cultore di cammini formalizzati, cominciamo proprio dal tratto di questo cammino ultrapopolare. Nella nostra zona la Francigena parte, sul versante parmense, da Berceto, un borgo molto bello. Sale senza particolari attrattive, anche come pista un po’ malandata, verso il passo della Cisa, che però non raggiunge direttamente. Raggiunge infatti il crinale principale presso monte Valoria, in un punto aperto e davvero panoramico, con le viste di monte Orsaro e del mare.
Dicono che ci sono fonti che affermano che la “vera” Francigena passasse proprio da lì; io non lo so, però certo questa vista dà un po’ di respiro. Poi la via va a sinistra, scendendo al passo della Cisa. Per evitare di correre lungo la strada, attraversa il passo e fa un lungo tratto boscoso, uscendo ancora sulla strada a passo del Righetto. Da qui, percorre il crinale panoramico di monte Cucco, per poi scendere e percorrere un bel tratto tra alcuni dei borghi antichi della val d’Antena e dell’alta valle del Magra: Cavezzana d’Antena, Groppoli, Previdè, fino ad attraversare il Magra all’antico ponte di Groppodalosio; oltre questo punto, la Francigena risale fino a Casalina, da cui parte anche la strada per i prati di Logarghena, poi esce dai confini che ho messo a questo capitolo.
Bene, dopo avere parlato di Francigena, non dimenticate però gli altri bei posti di questo tratto. Vediamone qualcuno.
Fatevi un giro anche per gli altri borghi dell’alta Lunigiana, non toccati dalla Francigena; e, magari, usateli come punti di partenza per escursioni fino al crinale, alcune delle quali anticipano già le grandi salite del tratto successivo, per giunta su sentieri poco noti e non segnalati.
Il Groppo del Vescovo è uno sperone di roccia facilmente accessibile, con i bei prati di Piano del Monte, sul versante di Lunigiana, raggiungibili anche in auto.
I Groppi Rossi sono un posto poco noto e poco frequentato, uno dei gruppi di rocce vulcaniche, ancora comuni in questo tratto di Appennino; col vicino lago Bozzo, formano una zona molto suggestiva..
Il crinale principale, tra i monti Fontanini e Beccaro, è aperto e panoramico, anche se un po’ rovinato dall’erosione, facilmente accessibile dal passo del Cirone.
Appennino di Parma e Lunigiana: il versante parmense del crinale principale
Tra i passi del Cirone e del Lagastrello il crinale sale alle prime alte montagne appenniniche, partendo da ovest. Quelle, cioè, in cui sono presenti, in modo esteso, la vegetazione tipica di altitudine, con le brughiere di mirtilli, ed abbondanti tracce della morfologia glaciale, con i circhi ed i laghi. Trovate queste cose però, in grande prevalenza sul versante nord, che è anche più facilmente accessibile per iniziare escursioni a piedi. A parte gli accessi stradali dai valichi del Cirone e del Lagastrello, altri quattro punti, tutti molto popolari, sono raggiunti da strade.
I Lagoni, per le aree dei monti Matto, Paitino, e anche fino al Sillara ed i bacini di capanne Guadine e del lago Scuro.
La dorsale che separa le valli Parma e Cedra è attraversata dalla pista tra Lagoni e Valditacca, ma non è proprio sempre percorribile.
In val Cedra poi troviamo altri due punti si accesso stradali.
Lago Ballano, raggiungibile per un stretta strada, per gli accessi più vicini al monte ed ai laghi Sillara, al monte Losanna, al lago Verde.
Prato Spilla, con i suoi (ex) impianti sciistici, per accedere ai bei bacini dei laghi Palo, Verdarolo e ancora Scuro e alla parte orientale, meno nota, ma molto bella, del crinale tra monte Malpasso, Cima Canuti e monte Bocco.
Tutti questi luoghi sono collegati dal crinale, ma anche da molti sentieri trasversali, da combinare come volete. Le forme glaciali, le torbiere, i laghi, le viste del mare dal crinale, tutto raggiungibile anche senza enormi fatiche, non lasceranno delusi
I punti di accesso che ho elencato sopra sono turistici, cioè non corrispondono ai centri abitati della alte valli Parma e Cedra, che si trovano più in basso. Volete un consiglio: non trascurateli e fermatevi un po’ anche lì, per sostenere le loro attività.
Appennino di Parma e Lunigiana: il versante di Lunigiana
Qui la cosa si fa diversa. I versanti sud sono ripidissimi. Punti di avvicinamento stradale alle cime non ce ne sono, a parte i due valichi, la pista per i Prati di Logarghena e qualche pista forestale, comunque non percorribile.
Ai Prati di Logarghena è possibile salire con due piccole strade, dalla Lunigiana, che diventano in alto piste, la cui percorribilità da auto normali è tutt’altro che garantita. Arrivare ai Prati di Logarghena avvicina ai monti Orsaro e Braiola. Altrimenti bisogna partire dai paesi e allora, per raggiungere il crinale, vi aspettano ben oltre 1000 metri di dislivello, che aumentano man mano che aggiungete pezzi di crinale e scendete da un sentiero diverso. Infatti sentieri che salgono ce ne sono, più o meno facili, ma sono sempre escursioni impegnative. Partire dai paesi di Lunigiana, a volte ancora tra gli olivi, e raggiungere poco a poco il crinale, con le viste che si aprono sempre di più, è però un’avventura da non perdere.
Lungo questo versante così ripido, dove l’ultima pastorizia è finita non molti anni fa, troviamo ancora molti segni della vita passata dei pastori, carbonai e della coltura del castagno, che non possono non colpire ed emozionare.
La morfologia dei versanti di Lungiana non è però uniforme. E’ molto aspra nella parte occidentale, tra i monti Orsaro ed Aquila, dove in effetti i punti di accesso sono pochi. Nella parte centrale, oltre la dorsale di monte Dongo, ci sono le valli parallele degli affluenti del Bagnone, con alcuni sentieri che percorrono i crinali. Diventa ancora aspra e poco accessibile nella parte orientale, oltre il monte Losanna dove, tra l’altro, c’è la bella dorsale del Tecchio dei Merli.
Nella parte alta potete vedere anche qui le tracce della morfologia glaciale; laghi non ce ne sono, ma i piccoli circhi della Borra del Sale, di monte Matto e dei Prati di Losanna vi dicono che il ghiaccio fece capolino anche da questa parte.
Infine i borghi. Se voleste salire da questo versante, difficilmente potrete trascurarli, dati che i sentieri partono da lì.
Ce ne sono tanti: Rocca Sigillina, Vignolo, Vico e le sue frazioni, Treschietto, Iera e Compione, immersi nei castagneti, Tavernelle, Taponecco, Apella. Ma, non usateli solo come frettoloso punto di partenza. Visitateli, sentitene l’atmosfera, spesso anche un po’ di abbandono e, dove ancora esista qualche negozio o altra attività, utilizzatela.
Appennino di Parma e Lunigiana: l’alta val Bratica, con i monti Navert e Caio
Poco sopra ho accennato alla dorsale che separa la val Parma dalla val Cedra: parte dal monte Paitino, continua con le Rocche Pumacciolo e Pumaccioletto, scende alla Colla Valditacca, risale a monte Navert e prosegue poi come suo crinale di destra, arrivando a monte Caio, attraverso il passo Ticchiano.
Dal monte Navert, però, origina anche un crinale, a sinistra che, assieme all’altro, delimitano la valle Bratica. E’ proprio lungo questi due crinali che è possibile fare tutto il giro del Navert, tra i borghi di Grammatica e Casarola.
Il Navert è in effetti un bel monte, con una grande spianata sommitale, aperta sul crinale principale e ancora utilizzata per pascolo. Potete raggiungerlo anche dalla Colla Valditacca. Oppure, con piste locali poco o non segnalate, anche da Valditacca, Pianadetto e Riana.
Il monte Caio è singolare. Il versante nord è boscoso e accessibile, col centro di Schia, creato quando sembrava che lo sci e le seconde case risolvessero i problemi della montagna. Ora sopravvive, cerca di darsi una nuova identità, ma è anche un posto accessibile per raggiungere abbastanza agevolmente il crinale che collega il monte Caio ed il Corno di Caneto, due punti panoramici di prim’ordine. Il versante sud di questo crinale è invece scosceso, solitario e poco frequentato. E’ possibile salirlo, ma con escursioni decisamente più impegnative, per sentieri poco o non segnati, ma molto belli.