Riflessioni su una calda giornata di primavera

In viaggio con pensieri di  istrici, olivi,  dinosauri e clima che cambia

3 aprile 2017

In effetti si sentiva, faceva caldo, e allora mi è iniziato tutto un rimescolare di pensieri, su una calda primavera, dato che avevo 3 ore di viaggio davanti.
Questo è il termometro della mia macchina, che segnava 20 °C a Sarzana, 3 aprile, 9.35 (8.35 solari). Un momento del giorno in cui la temperatura è in genere solo poco più alta di quella minima che c’è in genere vicino all’alba; l’alba era alle 6.55.

Trovare aculei di istrice è diventato facile

Un giovane oliveto sulle colline di Bologna

Questa immagine è un aculeo di istrice; gli istrici hanno valicato l’Appennino.  Mai visti aculei quando ero piccolo, e neanche dopo. Poi nel 1985 ha fatto inverno freddissimo. Dopo l’inverno è quasi sparito.
E allora gli istrici sono partiti: prese su le loro cose, dalla Toscana e gli altri posti più caldi dov’erano, hanno valicato e hanno sentito che poi l’inverno dei versanti nord non era così freddo come gliel’avevano raccontato, e si sono installati; e io ho cominciato a trovare gli aculei.
Poi, sempre dopo l’85 (un bel po’ dopo, a dire il vero, prima sono arrivati gli istrici !), ho cominciato a vedere oliveti sulle colline di Bologna, nell’altra immagine. Una volta avrebbero detto: “Ve’ aiè on màt c’l’à piantè di oliv”.

Allora, sono squinternati gli istrici, gli abitanti delle colline emiliane, il termometro della mia Skoda, o sto cavolo di riscaldamento c’è?
Dice che bisogna guardare le medie delle temperature di almeno 30 anni; quando si fanno queste medie che si soprappongono per un periodo, si chiamano “medie mobili”. Tanto per restare a Sarzana, guardate quelle del mese di aprile.
Beh, qualcosa sembra che si muova, però non gran chè.

Medie mobili di 30 anni delle temperature minime e massime di aprile, a Sarzana,

Allora vediamo questi andamenti, delle temperature minime e massime, sempre del mese di aprile, ma anno per anno, dal 1980. E qui direi che una  tendenza al rialzo si veda benino.
Ci sono anche quelle ondulazioni. Nel clima è tipico; una tendenza va anche su e giù. E qui ne approfitto per fare un misto di quello che ho avuto ancora la fortuna di sentirmi raccontare da qualcuno che c’era e di quello che ho visto io. Inverni freddissimi: 1900 (me l’ha detto mio nonno); 1929 (detto dalla Pia, la mia mitica “dada” di quando ero piccolo); 1956 (detto dalla mamma; io ero in arrivo, ma stavo ancora al caldo); 1985 (questo lo ricordo bene); poi il 2012, non freddissimo, ma quello dei 2 metri di neve qui a Cesena.
Vedete che cicli: 29, 27, 29, 27 anni. Quasi come un orologio svizzero.
Scusate questo intermezzo. Ma allora, com’è stato questo 3 aprile 2017 ? Guardatelo in questo ultimo grafico. Non mi ero poi sbagliato. Faceva proprio caldino. In 35 anni solo in 3 anni la temperatura è salita sopra  20 gradi,  in questo giorno, ma è quella massima.
Quindi, mi sa proprio che un po’ di riscaldamento ci sia.
Non è che sia una cosa nuova, a dire il vero. Avete mai trovato in inverno le lucertole sotto qualche sasso, o i serpenti ? Dormono, fa freddo. Se proprio siete in vena di dare fastidio, li prendete in mano e non fanno quasi una piega.  Pensate se fossero dinosauri. Dove cavolo si nasconderebbero ?

Andamento trentennale delle tempeature minime e massime di aprile, a Sarzana

Andamento trentennale delle temperature minime e massime del giorno 3 aprile, a Sarzana

La testuggine dice che se ne va in letargo

E in effetti non si nascondevano, perchè in letargo non ci andavano. Faceva caldo sempre.. e ne hanno trovati anche in posti che adesso sono un bel po’ freddi.  Era mooolto più caldo di adesso, pioveva un sacco e crescevano tanti alberi da mangiare per i dinosauri.  Quindi, quando c’erano i dinosauri, l’inverno non c’era.
E allora, dov’è questo problema del riscaldamento e di chi è la colpa.

Il problema è che sembra che tutto stia succedendo molto in fretta e che non avremo il tempo di adattarci. Dai dinosauri ad ora sono passati milioni di anni e anche le glaciazioni (cioè periodi di tempo molto freddi); ma ancora in qualche centinaio di migliaia di anni.
E la colpa ?  Qualcuno dice che non è di nessuno, tutto normale.  Certo che noi ragioniamo nel tempo delle nostre vite.
Nei libri leggete che in media la terra riceve dal sole tanta energia quanta nel riemette nello spazio. Se fosse così, però, perchè dovrebbe riscaldarsi ?
Sentite anche parlare del famoso effetto serra, cioè che aumentano i gas che non fanno uscire l’energia che la terra dovrebbe ridare allo spazio, tra cui l’anidride carbonica, che deriva anche dai combustibili che noi bruciamo. E, in effetti, da quando bruciamo combustibili è aumentata un bel po’, da 250 parti per milione di aria a più di 400.
E il calore che produciamo bruciando i combustibili fossili non scalda ? In effetti anche quello esce con difficoltà dall’atmosfera; rispetto all’energia solare però è relativamente poco. Dati certi è difficile trovarne ma, con un calcolo approssimato, dato il consumo medio per persona di petrolio equivalente, le persone sulla terra (più di 7 miliardi), il contenuto medio di energia del petrolio e la superficie terrestre… viene fuori circa 1 / 10000 dell’energia ricevuta dal sole.
Poco vero?… O no?  In termini di energia addizionale da disperdere  nello spazio, forse si.
Ma pensate un po’:  anche qui, conti fatti un po’ a spanna, ma indicativi: se in tutta la terra l’energia solare fosse usate dalle piante più produttive che si conoscono, l’energia accumulata in un anno sarebbe circa 100 volte quella che noi bruciamo. Considerate invece che 2/3 della terra sono oceani, la cui produttività è bassa poi ci sono deserti, zone molto fredde, montagne, città;  ci sono le stagioni, per cui le piante non producono di continuo e solo pochissime producono al massimo possibile, etc.  etc e vedete che, alla fine, probabilmente bruciamo ogni anno più energia di quanto tutte le piante al mondo riescano a fissare.
Ma torniamo al riscaldamento. Quindi una parte piccolissima dell’energia solare è fissata dalle piante per fotosintesi. Il resto, semplificando, serve a due cose: viene usata per fare evaporare l’acqua o sciogliere il ghiaccio; o fa aumentare la temperatura dei corpi, se acqua o ghiaccio non ce ne sono. Pensate all’estate sulla spiaggia: se camminate sulla sabbia asciutta vi bruciate i piedi, su quella bagnata no: stessa energia solare, ma nella sabbia bagnata buona parte viene dissipata per evaporazione dell’acqua, e la sabbia si scalda poco.
Bene, questo succede: se l’energia disponibile non se ne ritorna nello spazio, per mantenere il bilancio in pareggio, un po’ si scalda l’ambiente, un po’ si sciolgono i ghiacci, ed evapora più acqua, che da qualche parte poi ricade.
Quindi, il termometro della mia macchina che faceva 20 gradi alle 9.35 del 3 aprile, gli aculei dell’istrice e gli olivi sulle colline di Bologna, i dinosauri che non andavano in letargo, i ghiacci che si sciolgono, dicono che:
– il riscaldamento c’è, e va molto in fretta
– la storia di fare energia con le biomasse sembra quasi quasi una bufala, almeno in termini globali;
– farà bene o farà male questo riscaldamento?
Di certo non fa tornare per ora i dinosauri. Però prima o poi farà andare sott’acqua un bel po’ di zone sul mare e farà piovere in media di più; ma dove nessuno ancora lo sa con certezza;
Quindi, possiamo  in parte scegliere cosa fare, o almeno cosa pensare.
 

Riflessioni su calda primavera, istrici, olivi,  dinosauri e clima che cambia. Filippo D’Antuono. piudimille.com. Tutti i diritti riservati.